Pubblicati sulla prestigiosa rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences, USA), i risultati di una ricerca tutta italiana, che ha individuato alcune modalità del collegamento tra il neurotrasmettitore dopamina e le spine dendritiche dei neuroni, in un’area fondamentale per l’integrazione delle emozioni.

Si può vivere più a lungo grazie ad una dieta sana, alla pratica di attività fisica, senza alcol e sigarette, secondo quanto riportato recentemente sulla rivista Preventive Medicine.

Le nuove sostanze psicoattive (NPS) sono un ampio gruppo di sostanze non ancora completamente controllato attraverso le convenzioni internazionali in materia di droga, cui sono associati seri rischi per la salute.

Lo sviluppo di una dipendenza da sostanze avviene attraverso diverse fasi e testare nuovi farmaci focalizzati ad una particolare fase della dipendenza o ad una particolare caratteristica clinica, come ad esempio il livello di impulsività di un paziente, potrebbe aumentare la possibilità di successo nello sviluppo di nuovi trattamenti per la dipendenza da cocaina.

Uno studio condotto dall'Università di Granada, recentemente pubblicato su Journal of Ophthalmology, ha provato che il consumo di alcol altera notevolmente la visione notturna.

Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista PLoS One, ha individuato per la prima volta il danno strutturale a livello molecolare, nel cervello di chi abusa di alcol.

Dei ricercatori spagnoli hanno descritto sulla rivista Psychiatry il primo caso di psicosi catatonica causata dal consumo ripetuto di “Spice”, miscela di erbe contenente cannabinoidi sintetici.

Uno delle conseguenze derivanti dal fatto che in alcuni stati degli USA l’uso di marijuana sia stato legalizzato, riguarda la diffusione tra l’opinione pubblica la credenza che questa sostanza non sia dannosa. Tuttavia, la ricerca scientifica fornisce informazioni che dimostrano la pericolosità della marijuana e dei suoi derivati, sufficienti a destare preoccupazione in merito.

Nelle persone alcol-dipendenti (AD) i deficit neuropsicologici nell’ambito delle capacità attenzionali sarebbero prevalentemente a carico di un network attentivo di livello superiore chiamato controllo esecutivo, associato al funzionamento del lobo frontale del cervello, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research da un gruppo di ricerca belga.

I consumatori di metamfetamina mostrano una sensibilità maggiore o minore al rischio e alla ricompensa in specifiche aree cerebrali, rispetto ai non consumatori di droga, quando eseguono un compito che coinvolge il processo decisionale in situazioni rischiose. Questo è ciò che emerge da uno studio di neuroimmagine condotto da Kohno e colleghi della University of California, Los Angeles, e pubblicato sulla rivista JAMA Psychiatry.